I misteri di PDS 110

Disco protoplanetario nella Nebulosa di Orione. Fonte: Hubble SIte

Nel novembre del 2008 il sistema automatico di osservazione Wasp (Wide Angle Search for Planets) ha osservato la stella PDS110 subire un calo di luminosità di quasi il 30%. Oltre ad essere un calo molto profondo, si è pure prolungato per ben tre settimane.

La stella, che in altro catalogo è la HD290380, dista da noi circa 1100 anni luce, si trova nella costellazione di Orione ed è catalogata come una T-Tauri, ossia una stella con le caratteristiche delle stelle appena nate (le stelle di cosiddetta presequenza principale), note per avere ancora attorno ad esse un robusto disco di materia proveniente dalla nube proto stellare dalla quale sono state generate, distorta e modellata dai forti venti stellari emessi dalla neonata. Spesso queste giovani stelle sono di tipo binario e la compagna può essere una nana. In accordo con le teorie sulla formazione stellare, è ipotizzabile che con il passare del tempo il disco di materiale che le circonda possa condensarsi ed aggrumarsi fino a formare pianeti.

Nel gennaio 2011 il satellite Kepler, strumento nato per la ricerca proprio dei pianeti extrasolari, ha osservato nuovamente la parziale eclisse, con le stesse caratteristiche della precedente: circa tre settimane ed un calo del 30%. Dalla prima osservazione erano trascorsi 808 giorni. I calcoli degli astronomi ipotizzano quindi che la compagna, se è di questo che si tratta, sia o un pianeta di taglia gioviana od una stella nana con una massa che va da un minimo di 2 ad un massimo di 80 masse gioviane ed orbitante ad una distanza pari al doppio della distanza della Terra dal Sole, cioè a due UA (Unità Astronomiche). Viste la durata e la profondità dell’eclisse la stella compagna dovrebbe essere circondata da un disco di polveri di almeno 0,3 UA.

Nell’ipotesi quindi che si tratti di un oggetto orbitante intorno alla stella, i passaggi seguenti si sarebbero dovuto verificare con cadenza di 808 giorni dopo il gennaio del 2011 e cioè: a marzo 2013, a giugno 2015 e a settembre 2017.

Non si hanno notizie di osservazioni compiute nel 13 e nel 15. Nel 2017, Hugh Osborne, ricercatore del Laboratorio di astrofisica di Marsiglia ed altri astronomi, nell’intento di studiare approfonditamente i dati fisici di questo possibile sistema stellare hanno quindi pensato di organizzare una campagna osservativa di lunga durata sia di fotometria di qualità sia di spettrometria nei mesi precedenti e seguenti la data del settembre 2017. Hanno quindi emesso un “alert” rivolto ad astronomi professionisti ed ad astrofili al fine di monitorare il fenomeno. A questo indirizzo l’alert apparso su AAVSO, qui invece il sito web della campagna.

Alla campagna hanno partecipato undici osservatori professionali e trenta astrofili sparsi un po’ in tutto il mondo. Di questi trenta astrofili, otto erano italiani ed uno di questi otto osservatori era quello dell’AAB di Medelana.

Alle nostre serate osservative hanno partecipato tra gli altri: Barbieri, Brando, Allocca, Tenti, Vitiello, Caselli e Galli.

L’immagine seguente mostra le curve di luce generate dalle osservazioni degli astrofili: come si può notare in molte settimane di osservazioni la stella ha clamorosamente mancato l’appuntamento con l’attesa eclisse contraddicendo drasticamente tutte le congetture che si erano fatte sulla sua conformazione.

I dati fotometrici realizzati dai soci dell'AAB.

Anche le osservazioni spettroscopiche non hanno mostrato particolari variazioni nella velocità relativa.

Ciò ha portato gli astronomi ad andare a scandagliare anche nel passato, rivedendo riprese fotometriche fino a 50 anni indietro, ma anche in questo caso nulla di significativo è emerso. Se ne deduce quindi che i due eventi osservati nel 2008 e nel 2011 sono da considerarsi aperiodici: fenomeni imprevedibili dati dalla giovane età della stella.

Lorenzo Barbieri