Un riconoscimento postumo

La ricerca scientifica vive grazie al lavoro costante e continuo di persone sconosciute ai più. Senza la loro opera la Scienza non avrebbe potuto migliorare la nostra vita, indagare il microcosmo ed esplorare lo Spazio profondo.

Come ricordava Newton nella sua celebre frase “Se ho visto più lontano, ho potuto farlo stando in piedi sulle spalle di giganti”, spesso la ricerca ha la strada spianata grazie all’opera di scienziati che hanno precorso i tempi e allargato il loro modo di vedere.

La scienza, coi suoi tempi, non dimentica e – anche se in ritardo – da a tutti i loro meriti. Questo è quanto accaduto all’ultima assemblea generale dello IAU, l’associazione che raduna tutti gli astronomi del mondo. Lo scorso 31 agosto a Vienna tutti i partecipanti hanno votato all’unanimità la risoluzione B4. Tale risoluzione prevede che d’ora in poi la legge che descrive l’espansione dell’universo sia conosciuta non più come Legge di Hubble, ma come Legge di Hubble-Lemaitre. Chi era Lemaitre?

Un foto di Lemaitre (sx) e Einstein (dx).

Georges Edouard Lemaître (1894-1966) è stato un astronomo, fisico e sacerdote cattolico belga. Dopo il dottorato in matematica e scienze fisiche all’Università di Lovanio, lavorò all’osservatorio di Cambridge insieme ad Eddington e al MIT di Boston, dove per la prima volta venne a conoscenza della relatività di Einstein. Si occupò inoltre di elettronica, informatica e matematica. Fu tra i primi ad ipotizzare che l’universo fosse nato da una singolarità iniziale, che lui chiamò uovo cosmico ma che venne ribattezzata nel 1949 da Fred Hoyle – in modo sarcastico – teoria del Big Bang.

Ma perché lo IAU ha sentito l’obbligo di ribattezzare la legge di Hubble? Seguendo quanto scritto nella deliberazione, la storia – in breve – è questa (al link il file in inglese).

Nel 1927  Lemaitre pubblica su una piccola rivista scientifica belga (Annales de la Societe Scientifique de Bruxelles) un lavoro dal titolo “Un Univers homogene de masse constante et de rayon croissant rendant compte de la vitesse radiale des n´ebuleuses extra-galactiques”: per la prima volta descrive un universo in espansione, in cui lo spettro delle galassie distanti viene spostato verso il rosso di una quantità proporzionale alla distanza (il famoso redshift).

 

Infine deriva la velocità di espansione dell’universo dalle distanze fotometriche e dalle velocità delle galassie pubbblicate da Hubble alcuni anni prima. Tale rivista non era molto diffusa. Il fatto, inoltre, che fosse scritta in francese tagliò fuori gran parte del mondo scientifico di lingua inglese che per molto tempo ignorò l’articolo.

Nel 1928, al III congresso internazionale dello IAU, come riportato da molti testimoni Hubble e Lemaitre condivisero molte delle loro scoperte e idee, specialmente sul rapporto fra distanza e redshift per poter meglio descrivere un modello di universo in espansione.

Nel 1929 Hubble pubblicò il suo lavoro “A Relation between Distance and Radial Velocity among Extra-Galactic Nebulae” in cui proponeva e calcolava la relazione distanza-velocità fra le galassie, quella che da allora divenne nota come Legge di Hubble.

Su invito insistente di Eddington, Lemaitre nel 1931 pubblica la versione inglese del suo articolo sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, omettendo deliberatamente la parte in cui derivava l’espansione dell’universo. Alcuni anni dopo tale decisione è spiegata dallo stesso Lemaitre col motivo che “tale argomento non interessa alcuno (sic, ndr)”.

Dopo circa ottantanni la scienza rende onore a quest uomo e alle sue ricerche, che nell’ultimo secolo hanno completamente stravolto la nostra visione dell’Universo e il ruolo, sempre più infimo, dell’Uomo in questo immenso

A volte anche noi pensiamo di non dover dire qualcosa per paura di non interessare a qualcuno. Stiamo attenti: spesso potremmo avere in mente una grande idea!

Gaetano Brando
Il momento in cui l'assemblea dello IAU vota la risoluzione B4 lo scorso 31 agosto. Fonte: Twitter
I partecipanti al Congresso IAU di Vienna. Fonte: Twitter